Francesca Funaro

La violenza sulle donne nel mondo digitale

Oggi 25 Novembre è la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. La violenza contro le donne o violenza di genere è definita nella “Dichiarazione sull’eliminazione della violenza contro le donne” del 1993 come “Qualsiasi atto di violenza per motivi di genere che provochi o possa verosimilmente provocare danno fisico, sessuale o psicologico, comprese le minacce di violenza, la coercizione o privazione arbitraria della libertà personale, sia nella vita pubblica che privata. ». Sebbene sia inclusa dall’Assemblea delle Nazioni Unite nella violazione dei diritti umani, tale tipo di violenza è diventata oggetto di dibattito solo da qualche anno. Recenti studi sul tema dimostrano che la violenza contro le donne è endemica, nei paesi industrializzati come in quelli in via di sviluppo. Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali e culturali, a tutti i ceti economici. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, almeno una donna su cinque ha subìto abusi fisici o sessuali da parte di un uomo nel corso della sua vita. Accanto alla violenza domestica, allo stupro, allo stalking e al femminicidio, nuove forme di sopruso sfruttano la tecnologia e si basano sulla pervasività della stessa per amplificare i propri effetti e determinare un danno irreparabile sulla reputazione della donna. Già nel 1998 Monica Lewinsky subiva la gogna mediatica a livello mondiale e il web era agli albori. Aveva solo 22 anni e si è trovata a pagare un errore personale con un attacco fortissimo da parte di “lanciatori di pietre virtuali”. Era prima dei social media, ma i commenti on line e le storie via mail hanno distrutto con un clic la sua reputazione su scala globale quasi istantaneamente. Per vendere i giornali on line e far stare le persone davanti alla TV, si è permesso che si umiliasse pubblicamente una ragazza con commenti che si rivolgevano alla sua persona, a lei come donna, non alla storia di cui era stata protagonista. I recenti fatti di cronaca e tutti gli approfondimenti condotti, ci hanno fatto riflettere sui meccanismi dell’evoluto mondo digitale e dei social media. Innanzitutto, il quesito è: che cosa hanno in comune gli episodi di “lapidazione mediatica”? Chi si nasconde dietro tanta ferocia? Perché l’agorà pubblica che potrebbe essere internet si trasforma sempre più spesso in un’arena di gladiatori? Nicola Lagioia, in un interessante articolo pubblicato su Internazionale, “Proviamo a utilizzare internet per scoprire il mondo invece che per insultare”, approfondisce come facilmente avvenga che dietro l’anonimato di internet, individui altrimenti frequentabili si trasformino in Mister Hyde violenti, stupidi e brutali. Davanti alla rete cadono le inibizioni del contatto visivo, così ogni retweet e ogni condivisione diventa un’escalation di violenza, ci si dimentica che dietro quel mondo virtuale si nasconde una persona con le proprie fragilità, mentre si è galvanizzati da situazioni di disagio, insoddisfazione, frustrazione e invidia che fanno assurgere al ruolo di crudeli giustizieri. Ma che cosa succederebbe se gli spietati Mister Hyde usassero solo parte delle proprie energie per rimboccarsi le maniche e mettersi in gioco realmente a vantaggio di quei princìpi per i quali dicono di battersi? La seconda importante evidenza è che la tecnologia non è neutra: come espone efficacemente Manolo Farci nell’articolo di Doppiozero “Nessuno ha ucciso Tiziana”. Se è vero che le informazioni acquistano significato a seconda del contesto in cui vengono veicolate, degli attori che le ricevono, delle aspettative sociali che vengono investite in esse, la rete crea una pluralità di spazi privi di riferimenti contestuali e abbatte la distinzione tra sfera pubblica e privata. “La tecnologia non è semplicemente quello che noi facciamo con essa. La tecnologia è un sistema di creazioni che si autorafforza, il cui unico obiettivo è perpetrare se stesso, arrivando a un livello tale di complessità da raggiungere una sorta di indipendenza”. In un giorno di sensibilizzazione come questa giornata contro la violenza sulle donne, l’augurio è che la consapevolezza piena su questi temi ispiri i Mister Hyde dediti alla lapidazione mediatica a rivolgere le proprie energie in direzione positiva e, d’altro canto, che le piattaforme tecnologiche possano essere ideate e sviluppate per contribuire a diffondere una cultura etica, il rispetto della persona e della sua reputazione. Francesca Funaro Vincenzina Liberati

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Racconti di Noi D Telecom dalla #raceforthecure

Impressioni di una giornata speciale di Rosaria Anastasio e La Race che vorrei nel 2017 di Francesca Funaro, oltre a tante foto per fissare i momenti e l’atmosfera della tappa di Roma della Race for the Cure 2016, che ha visto quest’anno il coinvolgimento eccezionale di tante colleghe e colleghi. Un racconto collettivo che si potrà arricchire del contributo di tutte le associate. Quando mi hanno chiesto di contribuire a raccogliere le adesioni alla “Race for the Cure” per la squadra dei “TIM Runners”, ho aderito più per una voglia di fare del volontariato che per un’effettiva conoscenza di cosa questo evento effettivamente rappresentasse per noi donne. Avevo sentito parlare di questa manifestazione, negli anni passati, ma viverla è stata tutta un’altra cosa! Una splendida giornata di sole ed un mare, tinteggiato di rosa, di persone che corrono insieme per vincere una gara…. una gara con in palio un premio inestimabile: la sconfitta del tumore al seno. Io sono tra le più fortunate e forse non ho molta voce in capitolo sul tema ma, di quella giornata, mi è rimasto impresso il coraggio di tutte quelle donne che si uniscono per trasformare il loro enorme fardello in un’arma potente per tentare di sconfiggere uno dei “mostri”, forse peggiori, in cui una donna si può imbattere. Ho sempre ritenuto il “coraggio” un sostantivo che sarebbe stato meglio al… femminile (soprattutto ai giorni nostri) ! Ebbene quella giornata, con le donne in “rosa”, i loro occhi, i loro sorrisi, la loro determinazione, ne è stata per me la conferma! Non meno emozionante, devo dire, è stata la partecipazione con la squadra dei TIM Runners, che si è distinta per il numero di adesioni (ben 780) e che ha ricevuto il premio come squadra neofita con il maggior numero di iscrizioni! Un’identità ed un orgoglio di appartenenza aziendale spesso sopito dalle varie vicende del vivere quotidiano, che è stato davvero bello ritrovare. I valori positivi ci sono, la “Race” ne è stata una dimostrazione: ci auguriamo che la forza delle donne in azienda (e questa volta il sostantivo è correttamente al femminile) possa agevolarne una maggiore diffusione ed affermazione. Rosaria Anastasio È passato qualche giorno e oggi l’urgenza di fissare il ricordo è irresistibile. Sono nel centro prevenzione tumori del San Filippo Neri, per il mio controllo annuale, tra donne che hanno la mia stessa ansia: sia chi come me ha solo paura di doverci passare un giorno e chi invece ci è già passato. Siamo meno numerose del solito per la verità, perché oggi era temuto lo sciopero, e la tensione sembra sia inversamente proporzionale all’affollamento. Proprio questa stramba ponderazione del rapporto tra essere insieme e stare bene, mi porta a ripensare alla domenica del 15 maggio con la Race for the Cure a Roma. Compagnia e benessere, condivisione e impeto, consapevolezza ed entusiasmo: la magica unione di sentimenti, intenzioni e azioni che ho potuto apprezzare nello splendido scenario del Circo Massimo. Quel rosa, così brillante e dolce, nonostante la lotta dura, serrata e feroce che ci tocca condurre, ci unisce tutte: qualunque sia stata la personale esperienza con il tumore, corriamo per affrontare, per non fuggire, senza nascondere la paura, ma sapendo che da questa trasparenza può nascere il coraggio. Ho corso i 5 km con questo spirito. Quasi al traguardo ho incontrato lo sguardo di una donna in rosa e ho pensato che non potevo mollare, volevo fare anche io la mia parte in questa gioiosa e tenace competizione. All’arrivo ho trovato colleghe, amiche e associate di Noi D Telecom e la felicità è stata incontenibile. Preziosa esperienza la Race for the Cure. Gruppo da mantenere quello dei Tim Runners. Faccio un bilancio: nel 2015 è stata la mia prima corsa competitiva, nel 2016 ho avuto l’onore di correre in gruppo con i miei colleghi; quale il desiderio per la Race for the Cure del 2017? Che questo evento così partecipato possa anche dare l’opportunità a chi è protagonista principale di avere le rassicurazioni più chiare e incontrovertibili sulla corretta condotta da parte degli sponsor. Trasparenza e impegno a 360° per la salute nostra e del pianeta! No all’utilizzo di sostanze conosciute come nocive, aggiornamento degli ingredienti qualora sorgano dubbi su componenti che precedentemente si ritenevano sicuri. Tra gli sponsor della Race for the cure ci sono prodotti che le donne utilizzano sul proprio corpo, quotidianamente. Essere sponsor della Race for the cure ha un valore etico e commerciale. Io, da donna, chiedo a Komen Italia di avviare un dialogo aperto e chiaro con gli sponsor su questo tema fondamentale, per la salute delle donne e per salvaguardare la genuinità di questo coinvolgimento. Francesca Funaro

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8 marzo in Telecom Italia Information Technology: un libro ad ogni collega

Nel giorno della festa della donna tutte le colleghe che lavorano in Telecom Italia Information Technology hanno ricevuto un libro con un biglietto personalizzato   L’iniziativa è stata curata direttamente da Patrizia Nobile, Responsabile People Value Business Partner Telecom Italia Information Technology, con l’aiuto di Sofia Marcone, entrambe socie fondatrici della nostra associazione. Siamo andate a trovare Patrizia per farcela raccontare: “La giornata è iniziata con una mail recapitata a tutte le 1.100 colleghe per condividere la celebrazione della Giornata Internazionale della Donna. Alla mail abbiamo allegato una breve presentazione per inquadrare la presenza femminile nelle Aziende ICT , come stimolo all’impegno, all’eccellenza, alla cura e alla crescita per ciascuna di noi. Nella stessa giornata ogni collega ha ricevuto in dono un libro, di un’autrice donna e con tema inerente la condizione femminile. Un dono semplice e pensato, comprato in rete per avere il costo più basso e consegnato brevi manu, grazie ai nostri punti delega nelle varie sedi” Nell’era del digitale le nostre colleghe per realizzare questa bella iniziativa si sono impegnate fisicamente, incartando uno ad uno i libri scelti e corredandoli di un biglietto autografo. “È stata l’occasione per ringraziare ognuna delle donne di Telecom Italia Information Technology per l’impegno profuso e le rinunce sopportate. Da donna a donna. Perché una donna sa che il lavoro in ufficio è spazio tra altri impegni, prima e dopo: genitori, figli, famiglia, cuccioli, la propria piccola collettività da curare e contribuire a far evolvere. Al pari dell’azienda per la quale si lavora, che la donna sa includere nella propria prospettiva di ogni giorno, di ogni pensiero che prospetta il domani.” I messaggi ricevuti in risposta testimoniano che i contenuti di questa iniziativa sono stati molto apprezzati, e che l’accuratezza con cui avete seguito il tutto li ha resi addirittura preziosi. “La scelta del libro è stata valutata molto positivamente, come alternativa all’omaggio floreale della mimosa, come dono di pensiero da condividere e oggetto materiale che rimarrà a testimonianza di un’occasione. Molte donne hanno parlato di questo evento come segno ad personam, il primo ricevuto come donna in questa azienda. Alcune colleghe auspicano che quest’aria di cambiamento incrementi la coscienza e l’orgoglio del grande valore aggiunto che ognuna porta nella vita professionale e privata. Insomma, mi sento di dire che questo messaggio, questo dono, questo progetto hanno richiesto poche risorse materiali, molte energie personali e hanno creato un bellissimo circolo virtuoso di riconoscimento, gratitudine, apprezzamento, coinvolgimento. Una collega mi ha scritto che il gesto, il pensiero e le parole “profumano” di Donna, ma devo confessare di aver ricevuto mail di apprezzamento da parte di colleghi uomini e questo mi fa molto ben sperare per un percorso congiunto verso il riequilibrio della composizione di genere, oggi ancora sbilanciata a favore della componente maschile, come in tutte le Aziende tecnologiche.” Arrivederci allora Patrizia, per continuare su questa strada, e far sì che tutte le nostre giornate siano una festa della donna. Francesca Funaro

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