Valorizzare la leadership al femminile

Nell’ambito della Tim Equity & Inclusion week, importante appuntamento annuale organizzato da TIM per riflettere sulle diverse sfaccettature della Diversità, articolato in un ricco programma di meeting ed eventi su tutto il territorio nazionale, il 29 novembre sì è svolto a Roma, alla Tim Factory un evento ricchissimo di contenuti, tutto dedicato alla Leadership al femminile.
NoiD ha partecipato numerosa in platea e ha contribuito alla composizione del programma della mattinata, con la proposizione dell’intervento di coaching sulla leadership al femminile di HRD.
L’analisi condotta nel corso della mattinata ha riguardato molteplici aspetti: lo stato dell’arte dell’affermazione delle donne e la rilevanza di tematiche care alle donne nelle priorità della politica; l’eguaglianza di genere come elemento centrale e trasversale dello sviluppo sostenibile nell’agenda europea 2030; i punti di forza e le zone d’ombra dello stile di managerialità delle donne; gli stereotipi e i pregiudizi di genere.
Gli interventi, coordinati da Andrea Iapichino responsabile People Caring in H&R di Tim, Fabio Galluccio in qualità di esperto di diversity management e da Stefano Fanigliulo di Valore D, hanno visto sul palco interlocutrici d’eccezione:

– Titti Di Salvo, parlamentare, ex segretaio generale CGIL Piemonte e promotrice del movimento “Se non ora quando”, ha evidenziato come la presenza di temi inerenti le donne nelle priorità politiche sia facilitata dalla partecipazione di donne al tavolo della contrattazione, in quanto spesso si tratta di temi su cui gli uomini sono poco confidenti . Sebbene esista l’evidenza scientifica della maggior ricchezza, in termini di PIL, prodotta quando le donne sono coinvolte nel processo produttivo e manageriale, servono norme antidiscriminatorie per garantire la presenza delle donne come patrimonio e non in ottica di rivalsa. Le parlamentari donne esercitano la rappresentanza di queste istanze, non nel senso di lobby ma di sistema di valori , con al centro innanzitutto l’art 3 della Costituzione, che bandisce ogni discriminazione di genere. La parlamentare ha sottolineato l’importanza di predisporre, accanto a strumenti di conciliazione, strumenti per la condivisione del carico di lavoro e cura che la famiglia richiede. In questo senso, il congedo obbligatorio per i papà introdotto dall’attuale legislatura rappresenta un importante strumento, frutto di una serrata lotta politica per dimostrare che il costo di ca 10mln€ per ogni giorni di congedo fosse da sostenere in alternativa ad altre misure utili allo sviluppo del paese. Inoltre, Titti Di Salvo ha delineato il proprio modello di leadership: ispirato alla massima condivisione nella fase di approfondimento di tutti gli aspetti utili alla decisione, che è sempre individuale e implica la responsabilità unica del leader.

– Linda Laura Sabbadini, che ha da pochi mesi lasciato l’incarico di direttore del Dipartimento per le statistiche sociali ed ambientali dell’Istat, ha parlato dell’evoluzione nella concezione di sviluppo sostenibile: non più solo economico, ma anche economico e sociale. La sua panoramica sull’Agenda europea 2030 ne ha evidenziato la declinazione in 17 obiettivi, l’ambizione di determinare circoli virtuosi nel mondo globale tra politiche tese a vincere specifiche sfide, la centralità della questione di genere (obiettivo n. 5 dei 17), che è al tempo stesso trasversale, perché l’approccio di genere ispira anche tutti gli altri obiettivi.

– Daniela Bonetti, AD di HRD eNet, trainer e coacher, co-autrice del testo Leadership al femminile, ha proposto alcuni spunti di riflessione sull’approccio “femminile” alla leadership (quest’ultima intesa in senso lato, non strettamente legata all’esercizio di un ruolo di coordinamento manageriale) improntato su pilastri quali l’empatia, l’ascolto, il coinvolgimento, caratteristiche ancor più utili e necessarie in un mondo che come quello attuale, sempre più interconnesso e condizionato dai social network, è attento in ogni sua espressione alla qualità delle interazioni sociali e personali. Un invito a riscoprire e coltivare il proprio lato femminile, rivolto non solo alle donne (che troppo spesso per rendersi più “credibili” nei ruoli di comando hanno sacrificato le proprie caratteristiche e attitudini più tipicamente femminili) ma anche agli uomini. A tale scopo Daniela Bonetti ha offerto un sintetico esempio di tecniche di coaching adottate, conducendo la platea con un’interazione semplice e coinvolgente alla scoperta delle 10 capacità che contraddistinguono in positivo la leadership al femminile:
1. L’Autoanalisi
2. L’Acutezza sensoriale
3. La propensione alla Condivisione delle emozioni
4. L’Affettività
5. La Disponibilità all’ascolto attivo
6. La tensione al Continuo miglioramento
7. Il Desiderio di contribuire
8. La capacità di essere Multitasking
9. L’Abilità di sognare
10. L’Istinto

Queste 10 capacità, se non ben gestite e dosate possono travalicare in corrispondenti eccessi che rappresentano aree di criticità e debolezza spesso difficili da riconoscere e sradicare. Ad esempio: l’autoanalisi può sconfinare, se applicata in modo nevrotico e punitivo verso se stessi, nell’eccesso di autocritica; l’acutezza sensoriale, nel caso in cui le nostre “antenne” diventino eccessivamente sensibili e distorcano i segnali captati, può farci diventare “indagatrici dell’assurdo”; la disponibilità all’ascolto attivo può travalicare nel sentirsi obbligati ad essere sempre e comunque a disposizione degli altri, sacrificando i propri spazi e le proprie esigenze; e così via…
Una efficace mappa dei punti di forza e zone d’ombra, raffigurati in un cerchio con dieci spicchi (positivo/negativo, in una scala di valori da 1 a 10), su ciascuno dei quali rappresentare con una valutazione la propria personale propensione, ha offerto un momento interattivo di analisi e introspezione e ha aiutato a rendere più vivi e personali i contenuti proposti.

– Carola Russo, Diversity & Inclusion Program Manager di Valore D ha animato e completato il momento formativo della mattinata con un approfondimento sugli Unconscious Bias, ossia quegli stereotipi che in modo inconsapevole attiviamo, assegnando comportamenti, propensioni e attitudini ad un genere piuttosto che ad un altro. Ci ha dimostrato con un pratico esempio sotto forma di “gioco” quanto i pregiudizi ci guidino, e ispirino un vocabolario comune. Il “gioco” consisteva nel pensare a una persona per noi di successo (uomo o donna indifferentemente) mettendo in ordine di priorità le sue prime cinque caratteristiche tra le seguenti:
1. Sensibilità
2. Assertività
3. Determinazione
4. Sensibilità
5. Decisione
6. Gentilezza
7. Forza
8. Sicurezza di sé
9. Collaborazione
10. Empatia
…Per poi analizzare quante delle caratteristiche che si possono ricondurre alla sfera più tipicamente “femminile” (1,4,6,9,10) fossero state attribuite agli uomini, e quante di quelle cosiddette “maschili” (2,3,5,7,8) alle donne.
Ci siamo lasciati con un prezioso dono: un pratico Decalogo degli Unconscious Bias che fornisce un valido supporto per riflettere su questi aspetti e migliorare i nostri atteggiamenti (cfr immagine).

Un ringraziamento speciale ad Anna Cuva per aver creato e curato l’occasione di collaborare con HRD e ad Elena Braccini per le immagini.

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