Necessari strumenti oggettivi per valutare l’impatto delle politiche di genere

Lo scorso 13 aprile si è svolta l’interessante web live conferenceParità di genere: da tatticismo ad approccio sistemico”, organizzata da Studi Americani sul proprio canale YouTube in collaborazione con #InclusioneDonna.

Apre l’incontro Carlotta Ventura, former Director del Centro Studi Americani cui segue l’introduzione chiara ed efficace di Sila Mochi, coordinatrice di #InclusioneDonna. Sono intervenuti Elena Bonetti, Ministra per le #PariOpportunità e la Famiglia il cui intervento è stato iconizzato da più fonti con la frase “Serve assumere un approccio sistemico nel trattare la parità di genere riconoscendola come elemento costitutivo dello sviluppo sostenibile e possibile del nostro Paese”.  Segue poi Federiga Bindi, Senior Fellow, Institute for Women’s Policy Research e Maria Cecilia Guerra, Sottosegretaria di Stato al #Ministerodell’Economia e delle Finanze. Quest’ultima afferma che “Occorre fare grandi passi e il Bilancio di Genere è uno strumento di partenza da potenziare abbinandolo ad un monitoraggio dell’impatto delle politiche sulla discriminazione di genere attraverso indicatori tempestivi e articolati”.

Un intervento focalizzato sulla situazione culturale italiana del mondo del #lavoro femminile e sul necessario abbattimento di alcuni #stereotipidi genere per consentire non solo il lavoro alle donne, ma anche la loro carriera.

A prendere parte ai lavori anche Antonio Polito, Editorialista del Corriere della Sera, che con il suo breve intervento ha arricchito il panel anche di una presenza maschile, punto di vista necessario per un vero cambiamento consapevole e condiviso sulle politiche di genere.

L’intera conference è ben riassunta nel .pdf che vi alleghiamo, intendendo porre l’accento sull’aspetto che sta più a cuore a NoiDTelecom, ovvero la necessità di costruire “indicatori tempestivi e articolati”, citati da tutte le relatrici compresa la Ministra. Dotare cioè tanto il Governo quanto le Aziende, pubbliche e private, di quegli strumenti per la raccolta dei dati oggettivi al fine di valutare non solo la fattibilità delle politiche di genere, ma la loro ricaduta effettiva sul piano dell’occupazione femminile. Quello che è stato suggerito alla Ministra Bonetti da Sila Mochi di #Inclusionedonna è l’istituzione di una Commissione Parlamentale bicamerale per le Pari Opportunità che superi i limiti del semplice Osservatorio.

Questa Commissione dovrà dotarsi, esattamente come NoiDTelecom ritiene necessario all’interno delle Aziende, di uno strumento di business intelligence capace di dare visibilità integrata alla miriade di dati disponibili ma frammentati in diverse fonti e di misurare l’effettiva evoluzione delle presenze delle donne nella società (dal mondo del lavoro a quello della politica e dell’economia). Nelle imprese, vorremmo aggiungere, dovrebbero valutare l’effettiva presenza femminile in tutti i ruoli professionali della piramide gestionale. Sulla dotazione di questo strumento necessario e sui criteri valutativi, NoiDTelecom volge l’attenzione soprattutto in vista del recente avvio del Tavolo dell’UNI per la creazione di una certificazione aziendale orientata al medesimo scopo. Per NoiDTelecom il Bilancio di Genere comincia da qui.

PAROLA CHIAVE = BILANCIO DI GENERE Alla base del Bilancio di Genere vi è la considerazione che esistono differenze tra uomini e donne per quanto riguarda le esigenze, le condizioni, i percorsi, le opportunità di vita, di lavoro e di partecipazione ai processi decisionali e che quindi, le politiche non siano neutre rispetto al genere ma al contrario determinino un impatto differenziato su uomini e donne. L’Unione Europea ha recepito le indicazioni e la prospettiva della Conferenza di Pechino (1995) ed in particolare dal 2001 ha iniziato ad impegnarsi nella diffusione e promozione del bilancio di genere, inserendo tale strumento in un più ampio quadro di iniziative per le pari opportunità. In Italia, a differenza degli altri Paesi dove le iniziative di gender budgeting sono state realizzate a livello nazionale, le prime sperimentazioni in bilancio di genere sono partite dagli enti locali, soprattutto dalle Province e dai Comuni, a partire da Modena in Emilia Romagna. Manca ancora il riconoscimento a livello nazionale, solo alcuni primi passi sono stati compiuti, come l’inserimento e il perfezionamento del Bilancio di Genere tra gli obiettivi del governo Draghi.

Per chi volesse approfondire abbiamo caricato il documento di sintesi della Web Conference.

.Angelica Alemanno

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